La Parola domenicale (Natale del Signore) commentata da Mons Fiorenzo Facchini

Natale del Signore – 25 dicembre 2020

https://www.dehoniane.it/contents/messalinopdf/1225.pdf

L’oggi di Dio

La liturgia del Natale ricorda l’evento di due mila anni fa come evento di “oggi”: “Oggi è nato per voi un Salvatore che è Cristo Signore” (Lc 2,11).  E’ l’oggi di Dio, che attraversa il tempo.

L’attualità  dell’evento che celebriamo è data dalla grazia che Dio vuole comunicarci oggi. Non è solo un ricordo storico, come per gli eventi del passato. Non è una finzione…Per noi si rinnova la grazia che l’evento contiene, la salvezza che Gesù ci porta oggi, Lui, l’Emanuele, Dio con noi, “Dio potente, Principe della pace” (Is.9,6.)

Un evento di gioia che niente e nessuno può portarci via,  neppure la pandemia.

Certamente la tenerezza di un bambino commuove, ma nel Bambino Gesù è espressa la tenerezza di  Dio che ci ama come una madre e come un padre e non può dimenticarsi di noi.

La condivisione, come “mirabile scambio” nel rapporto fra Dio e l’umanità

Un termine appropriato per cogliere il senso del Natale è quello di condivisione.

In Gesù Cristo, il Figlio di Dio che ha preso un corpo umano nel grembo di Maria, noi riconosciamo una condivisione della condizione umana da parte di Dio. Si è fatto uno di noi. Ma questo ha comportato un’altra condivisione, quella dell’uomo con Dio, con la Trinità,  perché il Figlio di Dio, nato da Maria, è stato pensato dal Padre fin dall’eternità come capo di tutta l’umanità e noi  siamo stati pensati da Dio come suoi figli, siamo proiettati nell’orbita di Dio, facciamo parte della sua famiglia. La liturgia del Natale parla di “admirabile commercium” (scambio) tra Dio e l’umanità.  (cf. Prologo di Giovanni e Iettera di Paolo ai Colossesi).

La condivisione fraterna,  come stile di vita del cristiano

Se nella Incarnazione e nella nascita di Gesù riconosciamo una condivisione di Dio con l’umanità e la chiamata dell’uomo a condividere la vita divina (una condivisione che potremmo dire verticale), possiamo vedere nella condivisione fraterna  il modo più vero di rapportarsi fra gli uomini (condivisione orizzontale), come risposta e conseguenza della condivisione umana del Figlio di Dio.

Oggi il termine “condivisione” è inflazionato. Si usa spesso nel senso di mettere al corrente altre persone di qualche cosa oppure di perseguire obiettivi comuni. In realtà il senso vero della condivisione è molto più profondo. Ce l’ha insegnato e praticato Gesù verso di noi. Non è solo informazione su ciò che facciamo, non è solo cooperazione per qualche scopo da raggiungere. Condivisione è mettere in comune sentimenti, preoccupazioni, difficoltà…E’ relazione reciproca.

Che cosa potrà significare la condivisione in questo tempo di pandemia? E’ possibile condividere nel “distanziamento” imposto? Anche questo distacco, necessario,  rende pesante la pandemia. Ma dobbiamo comunicare, non dobbiamo chiuderci in noi stessi. Se  è doveroso  rinunciare a contatti che possano portare qualche rischio per le persone, resta sempre possibile cercarle, ascoltarle (specialmente se sono sole), raggiungerle con il telefono,  dedicare a loro un po’ di tempo, pregare insieme, aiutare le persone bisognose che si incontrano…Deve restare Natale di condivisione,  perché nessuno si senta solo. UN AUGURIO E UN IMPEGNO PER TUTTI.

Don Fiorenzo Facchini

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