Casalecchio: le origini

Il nome, Casalecchio, è di origine romana: Casaliculum, che in latino medievale significa “piccolo agglomerato di case“. La presenza umana nel territorio si fa risalire al Paleolitico, considerati i “raschiatoi” e altri ritrovamenti di materiali ceramici e litici relativi a quel periodo. Nella città si hanno inoltre testimonianze della presenza della civiltà Etrusca e di quella Romana (“l’acquedotto” e la centuriazione).

il Medioevo

Durante le invasioni barbariche, le città poste sulle vie consolari si spopolarono e gli abitanti si addensarono nelle montagne.
Intorno all’anno Mille, Casalecchio, con la costruzione della Chiusa, del canale, del rifacimento del Ponte sul Reno, iniziò ad avere storie documentate di un certo rilievo: sorsero infatti castelli, fortezze e roccheforti.

il periodo Rinascimentale

Per oltre tre secoli la città fu sconvolta dalle guerre di fazioni legate a Bologna, divenendo spesso campo di battaglia e quindi di razzia degli eserciti.
Dalla seconda metà del Cinquecento ci fu una ripresa produttiva e costruttiva: nacquero ville, oratori, chiese e si intensificarono le coltivazioni dei poderi. Casalecchio divenne uno dei territori più ricercati e ammirati di Bologna, proprio grazie alle ville circondate da suggestivi parchi e ricchi giardini.

Età moderna

Verso il XIX secolo, la Rivoluzione Industriale determinò la trasformazione e l’incremento di fabbriche, opifici, vie di comunicazione e mezzi di trasporto.

La prima guerra mondiale lasciò segni di lutto e dolore nella città ma fu con la seconda guerra mondiale che ci fu una vera e propria distruzione: Casalecchio fu infatti una delle città più colpite dalle incursioni aeree e dai bombardamenti. Il periodo della ricostruzione è stato particolarmente intenso ed ha richiesto il coinvolgimento di tutti i settori dell’economia ed in particolare il settore dell’edilizia, vero traino della ripresa economica. Casalecchio ha registrato nel secondo dopoguerra un tasso di incremento di popolazione di gran lunga superiore a tutti i comuni della provincia, compreso il capoluogo.

il Territorio

Ortofoto dell'area di San Biagio, 1954

Ortofoto dell’area di San Biagio, 1954

Casalecchio di Reno si estende su una superficie di 17,37 kmq, perciò ha una delle più piccole estensioni tra i comuni della provincia di Bologna. La sua posizione è geograficamente felice; il territorio, infatti, è in parte pianeggiante, in parte è formato da colline con pendenze varie che non superano i 400 metri circa.

Il comune è diviso in due dal Fiume Reno, si stende ai piedi del Colle della Guardia (o di San Luca) ed è parzialmente fiancheggiato dalle colline dell’Eremo (Monte Capra) che costituiscono le pendici dei primi colli dell’Appennino Emiliano. Confina a sud con il Comune di Sasso Marconi, ad est e a nord con Bologna e a ovest con Zola Predosa.

Oggi le zone di Casalecchio sono sette: Marullina/Calzavecchio, Centro/Ronzani, Garibaldi/Piave, Ceretolo, Croce, Meridiana e San Biagio. Le prime testimonianze cartografiche della zona risalgono al Catasto Boncompagni, datato 1785 e al Catasto Pontificio del 1807. Il primo nucleo abitato nasce attorno alla piccola omonima pieve.

Solo nel dopoguerra e durante gli anni ’60, si registrano i primi insediamenti residenziali ed industriali. Nel 1980 prenderà vita la realizzazione di numerosi comparti per l’Edilizia Economica e Popolare.

Nel 1980 prenderà vita la realizzazione di numerosi comparti per l’Edilizia Economica e Popolare.

In pochi mesi vengono realizzate le cosiddette “Case Andreatta”, concepite secondo un metodo di prefabbricazione pesante con elementi di cemento armato …pensate per un “programma straordinario” furono realizzate con la prospettiva di durare al massimo 10 anni .…vengono invece completamente ristrutturate nel 2011!!

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Panoramica delle Case Andreatta, riqualificate ad opera di B&B Costruzioni nel 2011

S. Biagio è sicuramente una località che sarà caratterizzata da una forte espansione demografica soprattutto quando ci sarà sdoppiamento della circolazione veicolare mediante la realizzazione della “nuova Porrettana”, la qual cosa dovrebbe alleggerire in modo significativo il traffico dell’attuale viabilità.

La localizzazione della nuova Chiesa è stata prevista dal Comune all’inizio della “frazione”, sia per chi proviene dal territorio di Sasso Marconi sia dal centro città, a costituire una “porta speciale di ingresso” alla frazione stessa (così fu definita dagli architetti del Comune … ma, purtroppo, ora questa “porta” è stata murata con una barriera anti rumore realizzata in terra armata alta 5 metri!)